Perché salviamo foreste
Il salvataggio delle foreste italiane è cruciale per proteggere la loro giovane biodiversità in ripresa, contrastando l’intensificarsi dei tagli incentivati da politiche che minacciano il delicato equilibrio ecosistemico
Le foreste italiane, come tutte le foreste europee, sono a rischio. I tagli boschivi nel nostro Paese sono fortemente aumentati negli ultimi 15 anni, e con l’entrata in vigore della legge n. 34/2018 Testo Unico per le Filiere Forestali (più comunemente conosciuta con l’acronimo TUFF) che incentiva i tagli boschivi, la situazione andrà a peggiorare nei prossimi anni.
Gli incentivi pubblici a favore delle biomasse forestali per la produzione di energia hanno creato un mercato distorto, che nel tempo ha innalzato il prezzo del legno e accelerato di conseguenza i tagli anche in zone dove prima, senza gli incentivi pubblici, non sarebbe stato economicamente conveniente tagliare.
Le foreste italiane sono in lenta ripresa dal secondo dopoguerra, periodo di massima deforestazione raggiunto dalla nostra penisola. Sono quindi foreste giovanissime, di neoformazione, che – se stanno aumentando in estensione – sono ancora composte da boschi “poveri”, con alberi giovani e piccoli, e una bassa quantità di biomassa per ettaro. Questi boschi avrebbero bisogno di crescere e così aumentare la biodiversità che è in grado di fornire i benefici ecosistemici propri delle foreste mature. L’aumentare dei tagli sta mettendo a rischio la piccola ripresa forestale degli ultimi 70 anni.
L’unico modo per rispettare davvero le foreste è far tacere le motoseghe. Troppe voci, infatti, cantano la melodia secondo cui le foreste hanno bisogno di essere periodicamente tagliate “per il loro bene”. Ma ecosistemi creati dall’evoluzione di centinaia di migliaia di anni prima della comparsa dell’uomo non hanno alcun bisogno di “manutenzione” per svilupparsi e prosperare ed evolversi: per una volta, limitiamoci ad osservare e ammirare le dinamiche naturali.
Per questo il Fondo Biodiversità e Foreste compra boschi, tramite raccolte fondi, per restituire alla natura almeno una piccola parte di ciò che le spetta.